Un po' di storia sulla difficile vita di questo ponte
Il canale denominato Cavanella o Cavana che separa le isole di Cherso e Lussino venne scavato dall'uomo già nell'età del Bronzo, inoltre un po' più a oriente vennero trovati i resti di un canale di epoca romana, per cui la posizione strategica di Ossero (in croato Osor, che deriva dall'antica denominazione greca di Apsoros) la rese fino al tardo medioevo la città più importante delle due isole.
In un primo tempo per attraversare il canale probabilmente venivano usate delle barche o delle zattere, in un documento del 1385 si fa menzione di un ponte e nelle incisioni del '500 viene rappresentato un rudimentale ponte levatoio che attraversa la Cavanella, nel tempo più volte ricostruito e rinnovato causa gli attacchi subiti dalla città e il terremoto del 1511, che modificò anche il passaggio che mette in collegamento le acque del Quarnero del Quarnerolo.
Per eventi naturali, per mano dell'uomo o per mancanza di sostegno economico, i problemi di transito attraverso il canale si sono ripresentati regolarmente, si legge che nel 1693 a seguito a delle migliorie fatte fu ripristinata la tassa di passaggio che per anni era stata sospesa.
Il ponte Verde "nato disgrazià"
Nel verbale del 17 settembre 1859 si manifesta la necessità di ricostruire il ponte della Cavanella, che ebbe la stessa denominazione del canale, parzialmente distrutto dalle forze nemiche Franco-Sarde, alla Luogotenenza viene precisato che il ponte sia girevole o a perno e non più levatoio. Non furono celeri a soddisfare il desiderio degli osserini e negli anni seguenti vennero scritte molte lettere che segnalavano le difficoltà e il pericolo a mantenere in funzione il ponte in quello stato, nonostante le proteste il Governo Marittimo inviò la proposta ufficiale per la costruzione di un nuovo ponte quasi vent'anni dopo.
Il lavoro venne commissionato allo Stabilimento Tecnico Triestino il quale, il 5 giugno del 1878, presentò il suo progetto con una dettagliata relazione firmata dall'ing. G.Strudthoff e F. Regendorf, dove veniva precisato che: "...il lavoro sarà eseguito in sei mesi, le parti in ferro verranno dipinte con due mani di minio antiruggine e due mani di verde...", ecco quello che trasse in inganno gli abitanti di Ossero quando videro il nuovo ponte, il colore era lo stesso del ponte montato sul Canal Grande a Trieste, che però in quella data era ancora al suo posto a svolgere la sua funzione e vi sarebbe rimasto fino al 1950, quando i due ponti verranno unificati da un'unica struttura in cemento. Comunque, oltre al colore, i due ponti avevano in comune lo stabilimento dove erano stati realizzati, probabilmente i progettisti ed è plausibile che ci sia stata una certa rassomiglianza.
Ritornando al ponte di Ossero, per la realizzazione del progetto della testata e delle altre opere a terra venne incaricato l'ing. F. Wilfan e l'impresario Andrea Fucich, contemporaneamente ci furono i lavori di allargamento e di scavo del canale per raggiungere una profondità di tre metri, rallentati però dal ritrovamento di un muro e altri resti di epoca romana. Il ponte montato aveva una lunghezza massima di metri 14.35 ed era largo metri 2.6, il lavoro, pur essendo stato assegnato a ditte di grande esperienza, non fu eccellente e poco dopo il collaudo vi fu un cedimento della struttura, che già nel 1929 portò al suo puntellamento, alla rimozione delle pesanti ringhiere e successivamente alla decisione di riservarlo unicamente al passaggio dei pedoni. Non ci è dato sapere quali siano state le cause del cedimento e se la responsabilità fu del progetto, del montaggio o del collaudo.
Il ponte venne demolito nel 1942, rimase abbandonato e arrugginito sulla riva fino agli inizi degli anni '70, a testimoniare la sua presenza sulla riva occidentale ancora oggi si può vedere la sede d'appoggio, i gradini d'accesso laterali, il parapetto in pietra e il tratto di strada che collegava il ponte alla via principale, mentre sulla riva opposta è rimasta una parte della rotaia, inoltre è interessante osservare che la bitta in ferro posta accanto all'attuale ponte è stata realizzata con un vecchio cannone infisso nella pietra.
Sempre nel 1942 l'amministrazione italiana incaricò le officine Antonio Badoni Lecco di realizzare un ponte girevole, quello attuale, le parti in muratura furono affidate invece all'impresa Brussich che utilizzò le pietre della cava di Neresine. La sfortuna si accanì ancora verso questo ponte che nel '45 venne colpito da un aereo, la struttura non venne però danneggiata in modo grave e il ponte poté essere rimontato anche se non nella sede originaria, ma spostato di poco verso levante.
Sia nel passato che oggi il ponte viene aperto due volte al giorno: alle 9 e alle 17, il pedaggio è stato invece sospeso dagli anni '90.
Ora il canale ha una lunghezza di circa 100 metri e la distanza fra le sponde murate è di 11 metri per cui possono passare imbarcazioni di discreto tonnellaggio, le caratteristiche naturali delle acque che scorrono lungo il canale sono rimaste immutate nel tempo, ci sono forti correnti che cambiano direzione e un'oscillazione periodica del livello del mare con forte moto ondoso (sessa).
Ultimo restauro del ponte
Il ponte sul canale della Cavanella, che supera l'omonimo canale, a sinistra la rotaia sulla quale scorreva il ponte mobile, a destra la regia Caserma di Finanza con il grande tiglio (lipa). |
Le antiche mura difensive visibili ancora oggi, si può notare che causa i cedimenti la struttura del ponte sulla Cavanella è stata puntellata (1929 circa). |
Sempre nel 1942 l'amministrazione italiana incaricò le officine Antonio Badoni Lecco di realizzare un ponte girevole, quello attuale, le parti in muratura furono affidate invece all'impresa Brussich che utilizzò le pietre della cava di Neresine. La sfortuna si accanì ancora verso questo ponte che nel '45 venne colpito da un aereo, la struttura non venne però danneggiata in modo grave e il ponte poté essere rimontato anche se non nella sede originaria, ma spostato di poco verso levante.
Sia nel passato che oggi il ponte viene aperto due volte al giorno: alle 9 e alle 17, il pedaggio è stato invece sospeso dagli anni '90.
Una veduta di Ossero con il nuovo ponte in ferro realizzato nel 1942 dalle officine Antonio Badoni Lecco |
Il ponte in ferro costruito nel 1942, prima della ristrutturazione del 2017, in primo piano è visibile la rotaia del vecchio ponte. |
Sono rimasti a testimoniare la presenza del vecchio ponte demolito nel 1942 la sede d'appoggio e i gradini d'accesso laterali, in primo piano parte della rotaia. |
Usurato dall'utilizzo e dalla salsedine, nel 2017 il ponte è stato chiuso per quattro mesi per i lavori di restauro, assegnati alle maestranze di Sitolor e Bimont. Sono state sostituite le parti metalliche a rischio cedimento, i binari e i meccanismi necessari alla rotazione del ponte in occasione dell'apertura per il passaggio dei natanti.
Ossero - Storia, immagini, ricordi di Franco Damiani di Vergada
Ossero: Cavanella, Ponte e Maremma di Giada Duda Marinelli
raccolta documenti del Governo Marittimo 1850-1882
"Il Piccolo" del 19 ottobre 2017
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