Il Conservatorio dei poveri
Nel 1719 con la concessione del porto franco da parte dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo ci fu un rapido sviluppo della città e un aumento della popolazione, essendo in quel periodo l'assistenza ai malati assicurata prevalentemente da religiosi in modesti ospedaletti, questa divenne presto inadeguata e con la patente del 1 settembre 1769 l'Imperatrice Maria Teresa volle dotare la città di un Conservatorio Generale dei Poveri, che popolarmente sarà chiamato l'Ospedale di Maria Teresa. Questo venne edificato più o meno nell'area dell'attuale piazza Oberdan a seguito dell'esproprio di alcune campagne e, come si legge nel decreto emanato dall'Imperatrice, vi era la volontà di realizzare principalmente un grande nosocomio e inoltre di assistere gli orfani, i bambini abbandonati e i poveri: "...il quale serva non tanto di ricovero, e di educazione ai Mendici, agl' Orfani ed a' bastardelli di Trieste, quanto di spedale agl' infermi dell'uno e dell'altro sesso...". Affinché la struttura potesse avere un'autonomia finanziaria nelle sue casse vennero convogliate le rendite dei piccoli ospedali soppressi e introdotto un dazio: "...ha disposto e commandato, che s'imponga il Dazio de Poveri d'un fiorino sopr'ogni Orna [1] di vino d'estero di qualunque provenienza, e di due lire per ogni Orna di giunta estera, che s'introdurrà in Trieste per consumo", ciononostante il nuovo ospedale ebbe gravi difficoltà gestionali, che nemmeno le frequenti donazioni e lasciti riuscirono completamente a sanare."Ospedale nuovo al di là del Torrente: progetto di costruzione" dell' ingegnere Jean Baptiste Hovyn anni 1771-72 depositato all'Archivio di Stato. |
Per la costruzione fu preventivato un costo di 70.000 fiorini, che a quanto scrive Kandler venne ampiamente superato, il progetto fu realizzato dall'ingegnere belga Jean Baptiste Hovyn [2], benché i disegni siano stati realizzati da Antonio Montanelli, nel giugno 1770 iniziarono i lavori e il conservatorio entrò in funzione nel 1772.
L'edificio a due piani era di forma quadrangolare, con all'interno un ampio cortile porticato nel quale si trovavano quattro pozzi naturali, una cisterna e una fontana che provvedevano al fabbisogno idrico dell'ospedale. L'ingesso con un portale ad arco era rivolto alla via del Torrente (attuale via Carducci), posizione non felice in quanto nella zona l'aria era malsana e molto umida per la vicinanza al torrente, che con le acque inquinate scorreva a cielo aperto (fino al 1837, data d'inizio dei lavori di copertura) e al maleodorante macello costruito nel 1780.
L'edificio a due piani era di forma quadrangolare, con all'interno un ampio cortile porticato nel quale si trovavano quattro pozzi naturali, una cisterna e una fontana che provvedevano al fabbisogno idrico dell'ospedale. L'ingesso con un portale ad arco era rivolto alla via del Torrente (attuale via Carducci), posizione non felice in quanto nella zona l'aria era malsana e molto umida per la vicinanza al torrente, che con le acque inquinate scorreva a cielo aperto (fino al 1837, data d'inizio dei lavori di copertura) e al maleodorante macello costruito nel 1780.
Il Conservatorio disponeva di 100 posti letto per i trovatelli, 40 per gli ammalati e 100 per i poveri, al pianterreno si trovavano l'ospedale, l'orfanotrofio, l'ospizio, l'abitazione del direttore, le cucine, la chiesa, la sacrestia, l'abitazione dei sacerdoti e quattro celle per i detenuti infermi, al piano superiore altre zone riservate all'ospedale, all'orfanotrofio e all'ospizio alle quali si aggiungevano i locali per l'amministrazione. Dietro l'edificio c'era un orto botanico dove venivano coltivate le erbe medicinali per la preparazione dei farmaci e un orto coltivato da privati che forniva giornalmente la verdura alle cucine. Per sopperire alla cronica mancanza di fondi gli orfani di età superiore ai dieci anni e alcune degenti collaboravano alla conduzione dello stesso.
Nell'aprile del 1784 durante la sua visita a Trieste l'Imperatore Giuseppe II (1741-1790)[3] accompagnato dal dottor Giovanni Alessandro Brambilla, suo medico personale e caporeparto dell'Ospedale Militare di Vienna, effettuò un sopralluogo al Conservatorio e decise che sarebbe stato trasformato in caserma con annesso l'Ospedale Militare. L'anno successivo i malati vennero trasferiti nel comprensorio di via del Castello e via dell'Ospitale, dove il Comune aveva acquistato l'ex Episcopio e alcuni edifici vicini, che per l'occasione furono adattati a ospedali civici e qui vi rimasero fino al 1841, data dell' apertura dell'Ospedale Civico, l'attuale Ospedale Maggiore.
In questa mappa del 1788, realizzata alla fine del regno di Giuseppe II, si vede, vicino al torrente Klutsch, l'ospedale ormai convertito in caserma. |
La conversione in caserma
L'obiettivo che si voleva raggiungere con la conversione del Conservatorio in Caserma era quello di contenere le spese militari derivate dai vari dislocamenti e di avere la milizia concentrata in un medesimo edificio. Nel 1785 vennero intrapresi i lavori di ampliamento, l'adiacente orto botanico e un fondo coltivato vennero spianati per ricavare la piazza d'armi, durante gli scavi furono trovate due lapidi mortuarie e altri reperti di epoca romana ora conservati nel lapidario. Nella caserma sorsero le costruzioni con i nuovi alloggi, i magazzini, il deposito delle provvigioni e della farina con i forni, più una vasta zona riservata alle scuderie.
La caserma nel tempo vide un avvicendarsi di numerosi battaglioni con soldati dalle differenti nazionalità e nel 1883, con la riorganizzazione dell'esercito austro-ungarico, divenne stabilmente sede del 97° reggimento di fanteria.
Fra il 1786 al 1789 adiacente alla caserma veniva eretto il primo Ospedale Militare, durante i lavori una parte della caserma stessa fu adibita a ricovero per gli infermi.
Il nuovo edificio era a pianta rettangolare e si sviluppava su tre livelli con gli ingressi rivolti alla via del Coroneo, disponeva di 126 posti letto distribuiti in quattro cameroni separati da tende o mobili, i 18 servizi igienici erano posti nei retrocorpi a torretta, inoltre era provvisto di un deposito, un laboratorio, alcuni ambulatori e un cappella per le funzioni religiose.
Rimase in attività fino al 1868, poi venne trasferito nel nuovo Ospedale Militare appena concluso in via Fabio Severo, all'epoca denominata via Commerciale nuova o Strada nuova d'Opicina.
La caserma nel tempo vide un avvicendarsi di numerosi battaglioni con soldati dalle differenti nazionalità e nel 1883, con la riorganizzazione dell'esercito austro-ungarico, divenne stabilmente sede del 97° reggimento di fanteria.
Fra il 1786 al 1789 adiacente alla caserma veniva eretto il primo Ospedale Militare, durante i lavori una parte della caserma stessa fu adibita a ricovero per gli infermi.
Il nuovo edificio era a pianta rettangolare e si sviluppava su tre livelli con gli ingressi rivolti alla via del Coroneo, disponeva di 126 posti letto distribuiti in quattro cameroni separati da tende o mobili, i 18 servizi igienici erano posti nei retrocorpi a torretta, inoltre era provvisto di un deposito, un laboratorio, alcuni ambulatori e un cappella per le funzioni religiose.
Rimase in attività fino al 1868, poi venne trasferito nel nuovo Ospedale Militare appena concluso in via Fabio Severo, all'epoca denominata via Commerciale nuova o Strada nuova d'Opicina.
La Scuola dei Cadetti di Fanteria
L'edificio fino ad allora adibito a ospedale venne ampliato con l'aggiunta in continuità di un altro corpo di fabbrica, ristrutturato negli interni e adeguato alle nuove necessità, dal 1875 diventerà sede della Scuola dei Cadetti di Fanteria.
Le scuole per i cadetti, dette anche Kadettenanstalten, facevano parte parte delle "istituzioni militari-educative e didatticche" che avevano lo scopo di trasmettere ai loro allievi, oltre alla formazione generale, quelle conoscenze teoriche che l'ufficiale aveva bisogno per esercitare la sua professione.
Copertina del volume edito in occasione del ventennale della Scuola dei Cadetti di fanteria.
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In alto si vede parte della scritta apposta sul muro interno della caserma K.u.K. Infanterie Cadettenschule. |
Immagini tratte dal volume sopra citato. |
L'ampliamento
Nel 1820 venne donato dal Comune un terreno confinante, la piazza d'armi divenne molto estesa e oltre ad essere usata per le esercitazioni militari, ospitò: spettacoli, corse di bighe, esercitazioni di cavallerizzi e di gruppi ginnici, ascensioni aerostatiche, circhi equestri. Si creò uno ampio spazio anche dietro alla caserma, in questo luogo si teneva principalmente il commercio di paglia e fieno e venne denominata "Piazza del Fieno".Alla fine della via del Torrente, oggi via Carducci, la vasta piazza della Caserma. Possiamo vedere in transito la carrozza n° 1, in seguito divenuta storica, in quanto il 9 settembre 1902 la Società Anonima delle Piccole Ferrovie attivò la linea Trieste-Opicina con il veicolo contrassegnato con questo numero.
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La "Piazza della Caserma"
Nel 1838 iniziò la copertura con triplice arcata del torrente Klutsch, che scorreva fino a quel momento scoperto lungo la strada, i lavori si conclusero nel 1850. Con questo nuovo assetto davanti alla caserma venne a crearsi un ampio piazzale, che si chiamerà prima "Piazza della Caserma" e che poi con delibera della Giunta Municipale del 11.11.1918 sarà dedicato a Guglielmo Oberdan, il quale fu giustiziato nel cortile della caserma il 20 dicembre 1882, nello stesso luogo il 20 dicembre del 1918 avvenne la prima pubblica commemorazione del patriota, seguita dall'intitolazione della Caserma.Curiosità
Quando fu conclusa la chiesa San Vincenzo de Paoli, a ogni festività religiosa gran parte della guarnigione si recava ad assistere alla messa. In testa alla lunga colonna marciava la banda e il tamburo era fissato su un cavallino bianco. I musicisti salivano sulla cantoria della chiesa per accompagnare la funzione religiosa.
Nel suo libro Lorenzutti racconta che a metà della quaresima in caserma usassero "segar la vecia", ossia un pupazzo fatto di stracci che rappresentava la vecchia e che quel giorno veniva segato in due parti per far sapere che si era giunti a metà della quaresima e poteva venir ridotto il digiuno ecclesiastico, una tradizione che si perse nel tempo e di cui rimase solo il detto.
Nel suo libro Lorenzutti racconta che a metà della quaresima in caserma usassero "segar la vecia", ossia un pupazzo fatto di stracci che rappresentava la vecchia e che quel giorno veniva segato in due parti per far sapere che si era giunti a metà della quaresima e poteva venir ridotto il digiuno ecclesiastico, una tradizione che si perse nel tempo e di cui rimase solo il detto.
Dopo qualche anno iniziò la costruzione di un campo sportivo su un' area a Montebello, dove dal 1921 l'Unione giocherà le partite casalinghe fino al 25 settembre 1932 [4].
Il trasferimento
Nel 1927, conclusa la costruzione delle caserme di Rozzol, la guarnigione della Caserma Grande venne trasferita in questi nuovi alloggi.Nello stesso anno inizieranno le demolizioni dell'edificio, del quale verrà conservata la cella dove Guglielmo Oberdan fu recluso dal 7 ottobre al 20 dicembre 1882 e il luogo esatto dove venne impiccato.
Verso la fine del mese di luglio 1931, sotto la direzione dell'ing. Rodolfo Coppa, iniziarono i lavori di recupero e salvaguardia della cella e dell'anticella di Oberdan. L'architetto U. Nordio propose di aggiungere alla Casa del Combattente, da poco iniziata, un porticato che avrebbe circoscritto il Sacrario, dove sarebbero stati accolti sia il monumento bronzeo di Attilio Selva, che raffigura Oberdan tra le allegorie di Patria e Libertà, che la costruzione per conservare degnamente il cubìcolo, quest'ultima venne inaugurata il 15 giugno 1932 (anniversario della battaglia sul Piave) alla presenza di S.A.R. Amedeo di Savoia duca d'Aosta.
Dopo le demolizioni si verrà a creare un vasto spazio libero di proprietà del comune, in una zona centrale della città, in un momento in cui era in atto una rivoluzione urbana che porterà a riprogettare molte zone di Trieste. Approfittando di questa situazione venne fatto erigere un edificio su progetto dell'architetto Privileggi, dove nel 1937 fu trasferito il Ginnasio Comunale italiano, intitolato dal 1920 a Dante Alighieri, già da tempo in attesa di una sede adeguata all'elevato numero di iscritti.
In questa mappa del 1890, si vede come come erano disposti i vari edifici della Caserma e la piazza retrostante. Interessante è anche confrontare la denominazione stradale con quella della mappa sottostante. |
In questa mappa successiva si vede la Caserma Grande con la piazza d'armi, le linee tratteggiate indicano gli edifici che andranno a occupare questi spazi. Verrà creata la piazza Oberdan seguendo un disegno architettonico che è quello caratteristico di quella che verrà definita “Esedra Oberdan”, con i palazzi disposti a semicerchio dai quali si dipartono tre assi viari; uno di questi porterà al Palazzo di Giustizia, che fu la prima costruzione del quartiere, iniziata nel 1912 con la posa della prima pietra e dopo sospensioni e variazioni del progetto, conclusa nel 1934. |
Note
[1] L'orna è l'unità di misura più comune per i liquidi, è suddivisa in 40 boccali e corrisponde a 1 Eimer viennese, 12.33 galloni imperiali e 56.6 litri.
[2] Dalla relazione scritta da Pierpaolo Dorsi a conclusione dei lavori di riorganizzazione dell' "L'Archivio Piani" conservato presso l'Archivio di Stato riporto la parte riguardante il "Conservatorio dei Poveri" - ...Il riordinamento ha consentito di ricomporre gli elementi del progetto (1770), che ora può venir attribuito a Jean Baptiste Hovyn, "cadetto ingegnere" di origine belga, allora in forza alla Direzione delle Fabbriche del Litorale.
NOTA - Hovyn fu allievo e collaboratore di Maximilien Frémaut, per raccomandazione del quale venne assunto presso la Commissione alle fabbriche del Litorale (cortese comunicazione del prof. I. Nadasdi di Bruxelles)... Viene a cadere l'attribuzione del progetto dell'ospedale teresiano ad Antonio Montanelli, che nell'occasione coprì il ruolo di semplice copista d'ufficio.
[3] Pochi mesi dopo l'improvvisa morte del padre, l'imperatore Francesco, avvenuta il 18 agosto 1765, Giuseppe fu eletto imperatore del Sacro Romano Impero e dal 17 settembre 1765 condivise il trono dell'arciducato d'Austria con la madre l'Imperatrice Maria Teresa fino alla sua morte avvenuta il 29 novembre 1780, poi continuò come unico regnante.
[4] Il 25 settembre 1932 è il giorno dell'inaugurazione del nuovo "stadio del Littorio" a Valmaura, il quale manterrà questo nome fino al 25 luglio 1943, divenendo poi "stadio comunale" fino alla stagione 1967-68, con l'inizio della quale fu ufficialmente intitolato al calciatore Giuseppe o Pino Grezar (Trieste, 25 novembre 1918 – Superga, 4 maggio 1949) che perì con tutto il resto della squadra del Torino nella tragedia di Superga.
Fonti:
Ospedali della Trieste Passata di Claudio Bevilacqua
"L'Istria" 24 novembre 1846 giornale di Pietro Kandler
Documenti - per servire - Alla conoscenza delle condizioni legali del Municipio ed Emporio - di Trieste di Pietro Kandler
"L'Archivio Piani" della Direzione delle fabbriche del litorale di Pierpaolo Dorsi (pag. 94)
Borgo Teresiano di Fabio Zubini
Trieste Antica e Moderna di Ettore Generini
Trieste Romantica ed Italo Svevo
Trieste e il Borgo Teresiano di Dario Pagnanelli
Vecchia Trieste di Lorenzo Lorenzutti
"Conservatorio dei Poveri - La Caserma Grande - K.U.K. Infanterie Cadettenschule - Trieste" di Antonio Paladini
[3] Pochi mesi dopo l'improvvisa morte del padre, l'imperatore Francesco, avvenuta il 18 agosto 1765, Giuseppe fu eletto imperatore del Sacro Romano Impero e dal 17 settembre 1765 condivise il trono dell'arciducato d'Austria con la madre l'Imperatrice Maria Teresa fino alla sua morte avvenuta il 29 novembre 1780, poi continuò come unico regnante.
[4] Il 25 settembre 1932 è il giorno dell'inaugurazione del nuovo "stadio del Littorio" a Valmaura, il quale manterrà questo nome fino al 25 luglio 1943, divenendo poi "stadio comunale" fino alla stagione 1967-68, con l'inizio della quale fu ufficialmente intitolato al calciatore Giuseppe o Pino Grezar (Trieste, 25 novembre 1918 – Superga, 4 maggio 1949) che perì con tutto il resto della squadra del Torino nella tragedia di Superga.
Fonti:
Ospedali della Trieste Passata di Claudio Bevilacqua
"L'Istria" 24 novembre 1846 giornale di Pietro Kandler
Documenti - per servire - Alla conoscenza delle condizioni legali del Municipio ed Emporio - di Trieste di Pietro Kandler
"L'Archivio Piani" della Direzione delle fabbriche del litorale di Pierpaolo Dorsi (pag. 94)
Borgo Teresiano di Fabio Zubini
Trieste Antica e Moderna di Ettore Generini
Trieste Romantica ed Italo Svevo
Trieste e il Borgo Teresiano di Dario Pagnanelli
Vecchia Trieste di Lorenzo Lorenzutti
"Conservatorio dei Poveri - La Caserma Grande - K.U.K. Infanterie Cadettenschule - Trieste" di Antonio Paladini