mercoledì 21 novembre 2018

L'Ippopotamo di Rivalta




Lungo il passeggio Sant'Andrea e più precisamente in largo Ugo Irneri, possiamo vedere una scultura in resina realizzata in tutte le fasi di lavorazione e fusione dall'artista bolognese Davide Rivalta [1] per la nuova piscina comunale "Bruno Bianchi". Lo scultore ha voluto rappresentare un ippopotamo in precario equilibrio su una sfera che dalla sua postazione osserva una variegata pluralità di persone: dagli impiegati che si recano negli uffici degli attigui palazzi a tutti i frequentatori della piscina e rimane con l'eterno dubbio se scendere per unirsi a loro o dominare da quel punto strategico.


Il monumento in largo Ugo Irneri a sinistra il palazzo sede della Fincantieri, al centro il nuovo polo natatorio Bruno Bianchi

L'artista ama rappresentare animali con disegni, dipinti o sculture in fibra di vetro, bronzo o alluminio da collocare in svariati ambienti, in base ai quali sceglie il soggetto, il materiale e il colore; in questo caso l'analogia dell'ippopotamo con il polo natatorio è chiara, dal greco hippopótamos, composto di híppos "cavallo" e potamós "fiume", è un animale che ama trascorrere la maggior parte della giornata in acqua ed è un buon nuotatore, una scelta sicuramente originale e divertente, perfetta l'opzione del bianco che permette all'opera di emergere fra palazzi così diversi fra loro e la coloratissima piscina.
L'animale, strutturalmente figurativo, ha una resa quasi pittorica per la superficie che ha mantenuto i rilievi della lavorazione a spatola della creta.



A chi o a cosa dobbiamo questo monumento? Dopo la costruzione della piscina fu indetto un concorso e la scelta della scultura venne fatta dalla commissione giudicatrice composta dal pittore Giuseppe Zigaina, dall'architetto Francesco Mendini progettista della piscina, dalla direttrice del Museo Revoltella Maria Masau Dan e dalla storica dell'Arte Rossella Scopas. Il merito di tale concorso si deve però alla legge n. 717 del 1949, modificata nel 1960 e nel 1997 e successive, che introdusse l'obbligo di destinare una percentuale dell'importo impiegato per la costruzione degli edifici pubblici (per questo motivo impropriamente nota come legge del 2%) per l'esecuzione di opere di abbellimento, con l'intento di accrescere il nostro patrimonio artistico contemporaneo e dare la possibilità agli artisti di esprimersi e farsi conoscere.


Le due piscine Comunali in breve
Il polo natatorio “Bruno Bianchi”, realizzato su progetto di Francesco Mendini, inaugurato nel dicembre 2004 e aperto al pubblico nel gennaio del 2005, sostituì la vecchia piscina Bianchi costruita sulle Rive nel 1954 e andò anche a sopperire a uno dei più pesanti limiti di questo primo edificio, la lunghezza della vasca di 33 metri che lo aveva sempre escluso dalle competizioni nazionali.
L'intitolazione a Bruno Bianchi, nuotatore olimpico scomparso nella tragedia aerea di Brema a soli 23 anni assieme alla nazionale italiana di nuoto è del 1966 e in quell'occasione venne collocato nell'atrio un busto bronzeo dell'atleta, opera di Tristano Alberti, traslato nella nuova piscina di largo Irneri. Subito prima della demolizione, avvenuta nel cinquantenario della sua costruzione, l'edificio delle rive divenne la sala espositiva di una mostra intitolata "Trieste anni cinquanta".





[1] Davide Rivalta è nato a Bologna nel 1974, dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti dal 1992 al 1996, ha continuato gli studi all'Accademia di Monaco di Baviera con Cristina Iglesias titolare della cattedra di scultura. Attualmente insegna scultura all'Accademia di Belle Arti di Bologna.
I suoi soggetti sono da sempre animali a grandezza naturale, che studia e fotografa prima di produrre in fibra di vetro, bronzo o alluminio. Le realizzazioni sono state collocate lungo strade, su scalinate o anche nei luoghi più impensati di molte città principalmente d'Italia e d'Europa, ma l'artista ha raggiunto fama mondiale con le sue installazioni alle Isole Cayman e in Giappone.
Rivalta precisa che le sue opere non attendono il visitatore nei musei, ma incontrano le persone per caso, inattese scoperte sul loro percorso quotidiano.
Da poco conclusa una mostra "a cielo aperto" nelle strade di Neuchâtel in Svizzera, dove una ventina fra lupi, leoni, un orso, un rinoceronte e altri animali hanno trascorso l'estate al centro della città. Tornando invece in Italia, dopo l'installazione sulla scalinata della Galleria Nazionale d'arte moderna a Roma di cinque leoni in bronzo, imponenti, ma dall'aria bonaria, lo scultore ha in programma una nuova esposizione di bronzi sulla scalinata di villa Borghese a cui i leoni stessi già rivolgevano lo sguardo.



Bibliografia
Quotidiano "Il Piccolo" del 3/09/2004
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
Ministero Istruzione Università e Ricerca - Accademia di Belle Arti Bologna