domenica 17 maggio 2020

El palazo dela "Banca de Praga, de America d'Italia e de Germania"

Progetto esecutivo del palazzo della Zivnostenska Banka, firmato dagli architetti Osvald Polivka e Josip Costaperaria, approvato dal Magistrato Civico il 5 ottobre 1912 e sul quale in fase di realizzazione vennero apportate delle modifiche: le statue che saranno collocate nel 1926 a fianco dell'ingresso erano previste davanti alle due lesene con un risultato più arioso e nello stesso tempo più imponente, una statua mai collocata avrebbe dovuto sovrastare la colonna posta nello smusso all'incontro delle due facciate, variato il portone che si apre sulla via Mazzini e anche i tratti sulle facciate fanno pensare fosse stato previsto un rivestimento diverso.
Proprietà: Comune di Trieste - Servizio Pianificazione Urbana – Archivio Tecnico Disegni.


Origine della Zivnostenska Banka
Venne fondata nel novembre 1868 come società per azioni, con il nome di Zivnostenska Banka pro Cechy a Moravu [1], Banca Industriale per la Boemia e Moravia con sede centrale a Praga, è stata la prima banca dell'impero Austro-Ungarico sostenuta da azionisti cechi. Dopo aver iniziato l'attività in locali presi in affitto, con la veloce espansione commerciale ebbe la necessità di una sede propria e nel 1897 il consiglio di amministrazione della banca accettò il progetto dell'architetto Oswald Polívka, la nuova prestigiosa sede iniziò l'attività il 15 maggio 1900.
Il palazzo era sovrastato da un gruppo scultoreo che rappresentava la figura di un "Genio" che regge una torcia e un leone realizzato dallo scultore Antonín Popp, questa iconografia ottenne una tale popolarità che divenne un simbolo della Živnostenská banka e quando nel 1935 questo palazzo, assieme ad altre case, venne demolito per la costruzione di un nuovo edificio più grande che occupò l'intera area, il gruppo scultoreo venne trasferito sulla nuova sede della banca.


Progetto dell'architetto Osvald Polívka dell'edificio della Živnostenská banka a Praga.


La prima sede nell'edificio di proprietà della Živnostenská banka in via Na příkopě, realizzata nel 1897 su progetto dell'arch. Osvald Polívka, nel 1935 sarà demolita assieme ad altre case per permettere la costruzione della nuova grande sede della Živnostenská banka, che sarà completata nel 1941.


L'arrivo a Trieste
L'istituto finanziario volendo aprire una filiale a Trieste, con l'obiettivo di sostenere lo sviluppo dei traffici mercantili e operare in sintonia con l'industria boema, nel gennaio 1911 acquistò un lotto di terreno compreso fra le vie Nuova (via Mazzini) e Ponterosso (via Roma).
La zona era inclusa nel piano di rinnovamento urbano della città: via Ponterosso, che fino al 1919 corrispondeva al primo tratto dell'attuale via Roma, arrivava fino al Canal Grande collegando il vecchio borgo e la parte nuova della città, era soggetta a un notevole movimento veicoli, così al fine di rendere più scorrevole l'intenso traffico, istituire una linea tranviaria a doppio binario e agevolare il passaggio dei pedoni era in previsione il suo allargamento, con la conseguente demolizione di alcuni edifici.


Gli annunci pubblicitari della banca apparivano spesso sul quotidiano sloveno "Edinost", questo è del 6 aprile 1913 e il capitale azionario è di 80.000 corone, nel 1910 il capitale azionario era di 30.000 corone per arrivare nel 1912 a 80.000 e superare le 100.000 nel 1915.


Piazza del Ponterosso, al centro la via omonima all'imbocco della quale si vede ancora la costruzione che poco dopo sarà demolita per l'edificazione nel 1912-13 del palazzo eclettico conosciuto come "casa Allodi", attigue le impalcature in legno per l'edificazione della Zivnostenska Banka.
Foto collezione Sergio Sergas


Completata la costruzione di "Casa Allodi" con la caratteristica torretta ottagonale dotata di finestre circolari, il palazzo della banca di Praga è ancora nascosto dalle armature.
Foto della Europeana Collections (particolare).


La sede provvisoria
In attesa della costruzione della prestigiosa sede, dal 1910 la banca operò al pianterreno del palazzo di via Nuova 29 (via Mazzini), in uno spazio tanto vasto da comprendere l'edificio contiguo di via San Nicolò n°7 fornito di un secondo ingresso.


                                                        
Ingresso del palazzo di via Mazzini 29, che fu la sede provvisoria della Zivnostenska Banka in attesa del trasferimento nel nuovo edificio di via del Ponterosso 7 che avverrà nel 1914. Attualmente occupato della boutique Silvio Rustia, da anni insignita con la targa d'oro di "locale storico" e il cui marchio risale al 1911.
Foto proprietà Boutique Silvio Rustia


La prima inserzione della banca appare sulla "Guida generale di Trieste" nel 1910, continuerà a esservi presente fino al 1913 con indirizzo via Nuova/via San Nicolò e dal 1914 con quello di via del Ponterosso/via Roma.


Il progetto
I progetti per la costruzione della nuova filiale furono respinti per due volte, il Consiglio Comunale impose un insieme di varianti e integrazioni tra cui l'arretramento della costruzione di 2,50 m, nel mese di luglio del 1911 ottennero il permesso per la demolizione della casa preesistente. Vennero applicate le nuove disposizioni e gli interni furono adattati ai nuovi volumi, ma le spese sostenute per le conseguenze dovute al cambiamento delle linee di fabbrica portarono a un contenzioso con il Comune che si risolse solo molti anni dopo.
Approvato il nuovo progetto e superato il controllo della Commissione alle pubbliche costruzioni in merito all'estetica delle facciate, nell'ottobre del 1912 iniziarono i lavori appaltati all'impresa costruttrice Giovanni Martellanz & Co. la cui direzione fu affidata al capo mastro prof. Giovanni Widmer, il progetto esecutivo degli architetti Osvald Polivka [2] e Josip Costaperaria [3] porta le firme del prof. Giovanni Widmer e di Giovanni Martellanz.
Ultimati i lavori, dopo la visita della commissione, l'ultimo certificato di abitabilità dell'edificio venne rilasciato il 12 maggio 1914.
Il palazzo aveva l'ingresso principale in via del Ponterosso n°7 (dal 1919 via Roma) e uno secondario in via Nuova n° 20 (dal 1919 via Giuseppe Mazzini), benché nel tempo entrambe le vie abbiano cambiato nome i numeri civici a tutt'oggi sono rimasti invariati.


Nonostante la didascalia riporti la dicitura "Palazzo della Banca d'America e d'Italia", l'assenza delle due sculture all'ingresso (dove verranno poste nel 1926), ci fa capire che nell'anno dello scatto l'edificio era ancora sede della Banca di Praga.
Foto collezione Sergio Sergas.




Descrizione dell'edificio
La cooperazione fra gli architetti Josip Costaperaria, allievo di Otto Wagner all'Accademia di belle Arti di Vienna e Osvald Polivka che aveva condotto gli studi all'Istituto Universitario di Praga, portò alla realizzazione di un edificio di nuova concezione dove veniva unito il linguaggio razionalista della Wagnerschule al gusto della secessione boema.
La parte inferiore del palazzo, illuminata da grandi vetrate suddivise da grate in metallo, era riservata alla banca e agli uffici, l'ampia scala a chiocciola che collegava la sala al mezzanino sparirà nel 1986 sostituita da una scala a rampe, al primo piano si trovava la direzione, mentre i piani superiori erano adibiti ad abitazione.




L'ingresso principale è in marmo bianco sormontato da un'architrave decorata con volute e grappoli d'uva, ai lati due lesene con capitelli che riprendono i motivi secessionisti.
Il motivo a grappoli si trova anche nelle decorazioni dell'ingresso in marmo di via Mazzini che conduce alle abitazioni, con l'imponente portone rivestito in bronzo realizzato a Praga e decorato da riquadri in ferro battuto nei quali tutt'ora si notano i caratteri "ZB", uno degli acronimi della Zivnostenska Banka.


























Le finestre del vano scale con vetrate colorate intelaiate in metallo dai motivi Liberty.




Particolare del loggiato con al centro un piccolo poggiolo con la ringhiera e le balconiere in ferro battuto verniciate in bianco. In alto dei mascheroni stilizzati.



Gli aggetti e i balconi hanno lo scopo di articolare la facciata creando l'alternanza dei volumi tema ricorrente della corrente razionalista, ai due estremi sono realizzati degli Erker decorati con due colonne addossate che raggiungono e decorano con i loro capitelli la balaustra del poggiolo sovrastante, all'ultimo livello un balcone con tre aperture ad arco; nella parte centrale della facciata una successione di cinque finestre delineate da cornici in pietra chiara si ripetono per i tre piani, dove l'ultimo è alleggerito da un loggiato con al centro un piccolo poggiolo con una semplice ringhiera in ferro battuto verniciata in bianco, lo stesso motivo viene ripreso dalle balconiere poste sotto le finestre, la parte più alta del palazzo è decorata con mascheroni stilizzati; nello smusso d'angolo dell'edificio è ripreso il motivo della colonna addossata che termina con delle scanalature e un capitello fiorito.


Particolare dell'ingresso principale in marmo bianco decorato con volute e grappoli d'uva.


Al centro una delle lesene che affiancano l'ingresso il cui capitello è decorato con i motivi caratteristici secessionisti. Sopra un particolare del ballatoio rivestito con lastre di marmo fissate da borchie metalliche funzionali e decorative, dove si vedono le tracce di insegne precedenti.


Un po' ovunque sulle facciate del palazzo si vedono delle borchie metalliche applicate ritmicamente a scopo decorativo-funzionale per fissare le lastre di marmo che ricoprono la parte inferiore dell'edificio, lungo il ballatoio e i frontalini dei poggioli, motivo più volte adottato nei progetti della Wagnerschule.


Le sculture di Ladislav Šaloun
Le due monumentali statue in bronzo vennero poste ai lati dell'ingresso solo nel 1926, in quanto durante gli eventi bellici rimasero bloccate a Praga. Realizzate dallo scultore boemo Ladislav Šaloun [4], sono le allegorie de "Il Lavoro" e "L'Industria", così vengono definite nella richiesta per l'autorizzazione alla collocazione, datata l'11 novembre 1925, rivolta all'Ufficio Tecnico del Comune. Allegati alla lettera troviamo: uno schizzo dell'ingresso della banca e le foto del modello originale in argilla della figura maschile con il martello, che a mio avviso rappresenta un fabbro, e della figura femminile in bronzo, dove è ritratta una contadina con i prodotti della terra, personalmente direi che con il raccolto in mano simboleggia l'industria intesa come operosità. Riguardo quest'ultima opera E. Marini scrive che la banca praghese mirava a scambi con l'oltremare africano e per questo motivo l'Industria è rappresentata da una donna di colore.
Il processo di fusione delle opere bronzee avvenne nella fonderia di Franta Anýž [5] a Praga, lo testimoniano il marchio "LIL Franta Anýž Praha" che si vede sulla base dell'opera posta a sinistra dell'ingresso, mentre il marchio di Ladislav Šaloun è visibile sull'indumento della figura femminile.
All'interno della banca si trova una terza statua dello stesso autore che rappresenta "La Navigazione" e sulla cui base è incisa la firma completa dell'autore.




A sinistra il modello in argilla dell'allegoria del "Lavoro" e a destra la fusione in bronzo de "L'Industria", realizzati da Ladislav Šaloun; il retro di quest'ultima immagine reca il timbro con il nome e l'indirizzo del laboratorio di fusione di Franta Anýž.
Foto originali depositate presso l'Archivio Generale del Comune di Trieste - Magistrato Civico sez.IV prot. corr.620/1911.


Schizzo del basamento del palazzo della Zivnostenska Banka con al centro l'ingresso principale di via Roma n°7.
Allegato alla richiesta per l'autorizzazione alla collocazione delle statue datata 11 novembre 1925.
Originale depositato presso l'Archivio Generale del Comune di Trieste - Magistrato Civico sez.IV prot. corr.620/1911.


All'ingresso della banca le due figure allegoriche realizzate da Ladislav Šaloun, un uomo con il martello e una donna con i prodotti della terra che rappresentano rispettivamente "Il Lavoro" e "L'Industria".


Marchio identificativo della fabbrica di fusione "LIL Franta Anýž Praha" presente sulla base della scultura che rappresenta il lavoratore con il martello.


Sigla che Ladislav Šaloun adottava nelle opere di maggiori dimensioni impressa sulla figura femminile.


Figura di marinaio che rappresenta "La Navigazione" posta all'interno della banca, opera di Ladislav Šaloun.


Firma completa dell'autore con la L sovrapposta alla S rovesciata "Saloun Fec." posta sul basamento della statua del marinaio.


Nella "Guida generale di Trieste" del 1928 viene pubblicata questa inserzione da dove risulta che la Banca d'America e d'Italia ha acquistato il palazzo della Banca di Praga per aprire una filiale.


Visti i manifesti elettorali la foto potrebbe essere del 1949 o 1952 date che corrispondono alle prime due elezioni amministrative che si tennero nel Territorio Libero di Trieste. Sul ballatoio si legge il nome della Banca d'America e d'Italia - foto collezione Gabriella Scubini.


La Banca d'America e d'Italia e la Deutsche Bank
Nel 1928 l'immobile divenne sede della Banca d'America e d'Italia [6], negli anni successivi furono realizzati diversi lavori di modifica agli interni, in particolare nel 1957 venne rimossa la vetrata poligonale della sala d'aspetto e nel 1977 l'adeguamento dei locali del salone e degli sportelli implicò lo smantellamento degli arredi originari, nel 1986 l'ampia scala a chiocciola che collegava la sala al mezzanino venne sostituita da una scala a rampe.
Dal 1995 l'immobile ospita la filiale triestina della Deutsche Bank.



Note
[1] Živnostenská banka (nota anche con gli acronimi ŽB o ZIBA) fondata a Praga nel 1868, era una grande banca commerciale che operava nella Repubblica Ceca, prima dello scoppio della prima guerra mondiale contava 1068 dipendenti, 11 filiali in Boemia e Moravia e altre a Vienna, Cracovia, Leopoli e Trieste, a quel tempo rappresentava quasi un terzo del capitale totale del sistema bancario ceco. Nel 2002 è diventata membro del gruppo italiano UniCredit. Nel 2006 è stata fusa con HVB Bank e la nuova banca è stata rinominata UniCredit Bank Czech Republic.

[2] L'architetto Osvald Polívka (24 maggio 1859 Enns, vicino a Linz - 30 aprile 1931 Praga), dopo essersi laureato al Politecnico di Praga, un prestigioso istituto universitario, progettò molti edifici rappresentativi di Praga e non solo. La caratteristica comune fu lo stile eclettico, dal neorinascimentale al barocco, nel contempo influenzato dal nuovo movimento che si diffuse in tutta l'Europa divenne un pioniere dell'Art Nouveau, reinterpretando lo stile con l'esasperazione delle forme plastiche e decorative tipica dell'arte ceca, questo lo portò a collaborare con importanti artisti del suo paese fra i quali Alfons Mucha.
Le opere più rappresentative sono: l'imponente Zemská banka (Banca provinciale) costruita tra il 1894 e il 1896, primo di molti progetti di istituti finanziari questo complesso ha la particolarità di avere un palazzo gemello, edificato nel 1909 per ampliare la sede, collegato da due suggestivi ponti che attraversano la strada che lo divide dal primo; un tripudio di decorazioni caratterizza invece la Casa Municipale di Praga (Obecní dům), progettata assieme all'architetto Antonín Balšánek costruita tra il 1905 e il 1912, che fu centro della vita culturale boema; vinse il concorso per la realizzazione del Nuovo Municipio di Praga costruito tra il 1908 e il 1911; nel 1912 realizzò l'edificio liberty per la Banca di Credito a Hradec Králové, i cui interni furono adattati nel 1990 per ospitare la galleria d'arte moderna.

[3] Architetto Josip Costaperaria (1876 Krapje na Savi, Croazia - 1951 Lubiana).
Dopo aver terminato il primo ginnasio a Zagabria studiò architettura al Politecnico di Vienna, nell'anno accademico 1899/1900 seguì il corso speciale di architettura tenuto da Otto Wagner all'Accademia di belle Arti di Vienna, lavorò in questa città presso lo studio dell'architetto Max Fabiani, il quale nel 1904 lo incaricò di dirigere i lavori della costruzione del Narodni dom - Hotel Balkan a Trieste. Qui visse con la concertista slovena Mira Dev che successivamente sposò. Nel 1905 lavorò per il Consorzio di ingegneri e costruttori. Dopo il primo conflitto si stabilì a Lubiana dove continuò a operare come architetto.

[4] Lo scultore Ladislav Jan Šaloun (1 agosto 1870 Praga - 18 ottobre 1946 Praga) fu un importante esponente dell'Art Nouveau, frequentò l'associazione di artisti figurativi SVU Mánes, fondata nel 1887, che si occupava di diffondere a Praga le nuove ricerche dell'arte europea.
Fu un'artista molto prolifico: collaborò con l'architetto Osvald Polívka in diverse opere fra le quali il Municipio di Praga concluso nel 1911, creando nelle nicchie agli angoli del palazzo le maestose sculture del Rabbino Judah Löw e del Cavaliere di Ferro; eseguì le sculture allegoriche che rappresentano "il Commercio" e "l'Abbondanza" (riguardo questa seconda figura si trovano diverse denominazioni che convergono nello stesso concetto) che fiancheggiano il maestoso ingresso della Banca di Credito nella piazza principale di Hradec Králové, edificio che oggi ospita la Galleria d'Arte Moderna. Quando vinse la commissione per il gigantesco monumento di Jan Hus nella Piazza della Città Vecchia a Praga, progettò la "Villa di Šaloun" un edificio creato per avere uno spazio adeguato durante la realizzazione dell'opera che lo impegnò per 15 anni.

[5] Franta (František) Anýž (1 febbraio 1876 Nová Ves, Zaječov - 8 ottobre 1934 Tatranská Polianka, allora Cecoslovacchia). Designer, scultore, incisore, cesellatore, medaglista e uomo d'affari, studiò dal 1892 al 1899 presso la Scuola di Arti Applicate di Praga frequentando il laboratorio di arte e mestieri.
Fece un viaggio di studio in Germania e in Francia dove visitò l'Esposizione di Parigi.
Tra il 1896 e il 1900 visse a Rokycany dove decise di aprire una bottega di cesellatore con una piccola fonderia.
Nel 1901 sposò Pavlina Schnirchová, la nipote dello scultore Bohuslav Schnirch e grazie al suo contributo finanziario riuscì a produrre una linea di lampade di sua progettazione improntate sulla funzionalità.
Nel 1902 assieme al suo compagno di classe Prokop Nováček realizzò un nuovo stabilimento per la produzione di oggetti in metallo, ferro battuto, lavorato e forgiato a Praga. Nel 1910 acquistò un appezzamento di terreno a Praga dove avviò un'altra fabbrica con fonderia, che divenne una delle più grandi d'Europa, con sale e officine per la progettazione e realizzazione di medaglie, gioielli, targhe e importanti opere d'arte per alcuni scultori cechi fra i quali Ladislav Šaloun. In seguito continuò la produzione delle lampade in collaborazione con il figlio Jaroslav, queste andarono ad arredare diversi prestigiosi edifici di Praga, come il "Café Francese" nella Casa Municipale e vennero utilizzate dell'architetto Adolf Loos per l'illuminazione della Villa Muller.
Franta Anýz, come lo scultore Ladislav Jan Šaloun, fu membro di SVU Mánes (in ceco "Spolek výtvarných umělců Mánes), un'associazione di artisti figurativi fondata a Praga nel 1886, che prende il nome dal pittore Josef Mánes e che si prefiggeva di diffondere in questa città le nuove espressioni di arte europea mettendo, tra le altre cose, a disposizione di artisti locali e stranieri un notevole spazio espositivo.

[6] Banca d'America e d'Italia
Nel 1917 venne fondata a Napoli la Banca dell'Italia Meridionale.
Nel 1919 l'istituto fu acquisito dalla Bancitaly Corporation di Amadeo Giannini italo-americano di origini liguri, fondatore della Bank of Italy.
Nel 1922 fu ribattezzata Banca d'America e d'Italia.
Nel 1986 fu acquisita dalla Deutsche Bank e nel 1994 fu ribattezzata Deutsche Bank S.p.A.



Bibliografia
https://cs.wikipedia.org/wiki/%C5%BDivnostensk%C3%A1_banka
"Trieste 1872-1917" Guida all'Architettura di Federica Rovello
Alla Riscoperta di Trieste - Economia Giuliana di Edoardo Marini
Vie e Piazze di Trieste Moderna di Antonio Trampus
Le città nella storia d'Italia "Trieste" di Ezio Godoli
Guida di Trieste - la citta' nella storia nella cultura e nell'arte di Laura Ruaro Loseri
Documenti dell'Archivio Generale del Comune di Trieste: Magistrato Civico sez.IV prot.corr.620/1911
Istituti di Credito Sloveni a Trieste - dal 1880 al 1918 di Milan Pahor