martedì 30 luglio 2019

La Madonna ausiliatrice dei naviganti di Miramare

L'opera di Cameroni definita Ave Maris Stella con alle spalle una nicchia decorata da stelle dorate a rilievo.

L'Arciduca Ferdinando Massimiliano commissionò all'artista veneziano Angelo Cameroni [1], scultore molto apprezzato nella nostra città, una statua che rappresentasse la Madonna da collocare all'esterno del castello di Miramar. Esistendo ancora la quietanza di pagamento di 600 fiorini d'argento firmata dall'artista, possiamo conoscere la data esatta in cui avvenne la consegna dell'opera denominata Ave Maris Stella [2], il 15 aprile 1860.
Per poter meglio collocare temporalmente il fatto, ricordiamo che i lavori per la costruzione del castello iniziarono il 1° marzo 1856 e nel dicembre del 1860 Massimiliano con la consorte Carlotta del Belgio (sua sposa dal 27 luglio 1857) presero alloggio al pianoterra dell’edificio, le cui parti esterne erano terminate mentre gli interni ancora in fase di allestimento.




La scultura alta 1,8 m in pietra bianca d'Orsera venne realizzata per essere collocata sulla facciata di ponente della torre del castello, poggiata su di un piedistallo sagomato in modo da riprendere il motivo delle mensole poste sotto le torrette e con alle spalle una nicchia dallo sfondo tinteggiato di azzurro, decorato da un rilievo di stelle dorate. La Madonna è raffigurata con le braccia protese in segno di protezione dei naviganti, porta sulla fronte una stella, un tempo dorata, e dal capo le scende un manto drappeggiato con cadenze lineari che incornicia la figura composta.

Il 12 aprile 1860 l'Osservatore Triestino riportava il seguente articolo a firma F.Draghi, ripreso dalla Gazzetta ufficiale di Venezia: "Fra tanti valenti scultori, che tengono l'arte in onore a Venezia, havvi il Cameroni, nome ben noto, è basta visitare in questi giorni il suo studio per conoscere quant'ei valga.
Egli tiene due opere in lavoro molto avanzato, una Madonna sotto il titolo di Stella del Mare, per commissione di S.A.I.R. l'Arciduca Ferdinando Massimiliano, generoso mecenate, ed una Giovanetta orante pel sig. Nicolò Bottacin di Trieste.
La prima di queste opere è una statua di decorazione più grande del vero, che andrà collocata nel Castello di Miramar, all'altezza di quaranta piedi dal terreno, in una nicchia verso il mare, e rappresenta la Vergine ritta in piedi con le braccia distese in atto di proteggere i naviganti. Sopra l'augusta sua fronte vedesi la simbolica stella, che, dorata e ripercossa dalla luce, si farà scorger da lungi. Il sentimento di misericordia, che traspare da questa statua, tornerà di conforto e speranza al marinaio periclitante ... Collocata a suo luogo, otterrà senza dubbio ottimo effetto, avendo l'artista calcolata la distanza... Servirà questa bella produzione dello scalpello d'ornamento e di devozione sul castello di Miramar...".



Facciata di ponente del castello di Miramare, nella torre, sotto l'orologio, la nicchia con la scultura della Madonna.

Si pensa che con la scelta di questa immagine l'Arciduca abbia voluto onorare la Madonna di Grignano, guida e protezione dei naviganti, per render grazia a quanto avvenuto nel 1855 mentre stava veleggiando sul bragozzo di guerra "Madonna della Salute": dopo un'improvvisa tempesta con forti raffiche di bora trovò un fortuito riparo proprio nella baia di Grignano, dove fu ospitato nella casa del pescatore Mihael Daneu. La tradizione vuole pure che al mattino, colpito dalla bellezza selvaggia della zona e dallo splendido panorama, abbia deciso di far costruire un castello sul promontorio a picco sul mare per stabilirvi la sua residenza.

All'antica scultura in legno dipinto raffigurante le figure coronate di vergine e bambino da tempo immemore si affidavano i marinai, come testimoniavano i numerosi ex voto che la circondavano e la chiesetta di Santa Maria di Grignano che la ospitava risulta già menzionata in un legato testamentario del 1349 [3], è probabile però che l'edificio sacro fosse preesistente a questa data [4].


La statua in legno dipinto della "Madonna di Grignano" appartiene a una tipologia prodotta durante un lungo arco di tempo, dal XIII al XVII secolo, evidente l'influsso nordico, denunciata dal collo grosso, i pomelli pronunciati e le arcate sopraciliari sviluppate (Mons. Luigi Parentin).
Foto e didascalia tratte da: Il Santuario e il Convento di Grignano di Sergio degli Ivanissevich

Nel 1634 la chiesetta dedicata alla Beata Vergine Annunziata venne ampliata e adiacente a questa fu costruito un convento, cresciuta negli anni la venerazione del santuario, questo divenne meta di pellegrini del Cragno, del Goriziano, dell'Istria, della Carinzia e della Stiria. Il 25 marzo, giorno dell'Annunciazione, a Grignano si teneva una grande festa e nella chiesetta veniva celebrata una messa solenne preceduta da una processione proveniente da Trieste. Nel 1660 anche l'imperatore Leopoldo I in viaggio su una galeotta verso Trieste, dopo aver pernottato nel castello di Duino, volle fermarsi nella baia per una visita alla chiesa e al convento.
Nonostante la fama del Santuario i padri ebbero costante difficoltà a mantenere quel luogo di culto sostenuto solo dalle offerte dei fedeli e dalle modeste entrate delle vigne, questo uno dei motivi per cui nel 1784 venne soppresso in seguito alla riforma dell'imperatore Giuseppe II, in quell'occasione Costantino Hraster, ultimo padre custode, riuscì a trasportare la statua della Madonna di Grignano, prima nel convento a Trieste, poi nel 1786 nella, da poco edificata, chiesa della Santissima Trinità a Cattinara; convento e chiesa ormai in rovina saranno demoliti nel 1833. Nel 1932 durante alcuni lavori di restauro l'effige venne traslata in soffitta e ivi dimenticata. Nel 1958 dopo la benedizione della nuova chiesa di Grignano dedicata ai Santi Eufemia e Tecla, gli abitanti reclamarono l'antica scultura, ma il parroco di Cattinara preferì trasferire l'immagine in un'edicola dove venne trafugata il 29 dicembre 1974.



Particolare della lastra marmorea con l'epigrafe latina scritta da Kandler.


Tornando al castello di Miramare può essere interessante ricordare che la Madonna ausiliatrice viene ricordata anche nell'epigrafe latina scritta da Kandler incisa nella lastra di marmo posta in testa alla scalinata che conduce all'approdo sotto il castello e voluta da Massimiliano nel 1864, prima della sua partenza per il Messico.
Ne riporto la traduzione in lingua italiana ad opera di A. Scocchi (1926):
"Ferdinando Massimiliano Giuseppe - arciduca d'Austria e principe reale d'Ungheria e di Boemia, comandante dell'armata navale austriaca, governatore della Lombardia e del Veneto, poi eletto e proclamato imperatore del Messico - restituì alla sua leggiadria il decaduto promontorio di Grignano, già residenza splendida di antichi romani, poi santuario della Madonna del soccorso nelle burrasche, consacrato dalle preghiere di religiosi; fece erigere il castello e il parco - cui pose il nome di Miramar 1864 -".


In una foto d'epoca la lastra marmorea con l'iscrizione di Kandler, posta al centro della scalinata che conduce al porticciolo.
Foto collezione Iure Barac



[1] Angelo Cameroni (nato a Venezia nel 1817(?) e ivi morto nel 1867)
Scultore veneziano molto apprezzato nella nostra città, dove realizzò diverse opere sia per commissione del Comune che di nobili e facoltose famiglie e mecenati.
Delle tante sculture, busti e decorazioni voglio ricordare: i bassorilievi raffiguranti le allegorie dell'Architettura, Scultura e Navigazione inserite nelle lunette che ornano il palazzo Corti, più noto come palazzo Vivante, in largo Papa Giovanni XXIII; il gruppo scultoreo collocato sulla parte alta della facciata del Ferdinandeo, con al centro, fra le allegorie della Pace e della Giustizia, il busto dell'imperatore Ferdinando I incorniciato da una ghirlanda, sul gradino inciso il suo motto "Recta Tueri" (a difesa della giustizia); la realizzazione delle cariatidi poste sul cornicione a decorare il piano più alto dell'imponente Teatro Sociale, poi Armonia e dal 1902 Teatro Goldoni nell'omonima piazza, dopo la demolizione del teatro quattro delle figure femminili andarono a decorare la facciata della casa Sartori a Monte d'Oro in via Flavia di Stramare; infine due opere realizzate per Nicola Bottacin, abile commerciante, collezionista, numismatico con la passione per la botanica, attualmente esposte all'omonimo museo nel Palazzo Zuckermann a Padova, "la fanciulla in preghiera", già citata nell'articolo dell'Osservatore Triestino del 12 aprile 1860 e il busto del mecenate, opera rimasta incompiuta per l'improvvisa morte dello scultore.
Cameroni inoltre realizzò una vasta produzione di opere scultoree destinate a monumenti funebri presenti nel cimitero cattolico di San'Anna e negli altri cimiteri limitrofi di differente fede religiosa.


[2] L'origine della denominazione "Stella Maris"
Già nei tempi antichi la Madonna veniva invocata come guida o protettrice di chi viaggia in mare, però ci sono diverse interpretazioni sull'attribuzione del nome "Stella Maris" alla Vergine Maria, la più diffusa lo fa derivare dalla traduzione latina che fece San Girolamo dell’opera "Onomasticon" del vescovo e scrittore greco Eusebio di Cesarea, la parola in questione, appartenente alla lingua ebraica, è "Miryam" ovvero "goccia del mare", tradotta in "Stilla Maris" per poi essere riscritta in modo errato da un anonimo copista come "Stella Maris", diventando così di uso comune.


[3] Lo studioso Luigi de Jenner scrive nei suoi appunti che nel 1349 la vedova Donata Cadoli de Cadulo fece un legato testamentario alla Confraternita di Santa Maria di Grignano.


[4] Inoltre de Jenner cita un documento del 1308, oggi non più esistente, dove non è ben identificabile la chiesetta in questione.
Sergio degli Ivanissevich nel libro "Il Santuario e il convento di Grignano" cita un documento del 1315 del catasto del monastero benedettino dei Santi Martiri di Trieste, dove viene riportata una donazione da parte del monastero: di una casa, un pezzo di terra e cinque vigne a Piero detto Rosso, con l'obbligo di custodire la chiesa di Santa Maria di Grignana (sic.).




Per approfondire la storia della chiesa di Santa Maria e del  Convento della Beata Vergine di Grignano  https://quitrieste.it/tag/convento-della-beata-vergine-di-grignano/ 

Bibliografia
Grignano e Miramare di Fabio Zubini
il muso storico del castello di miramare di Rossella Fabiani
Il Santuario e il convento di Grignano di Sergio degli Ivanissevich
Miramare di A. Scocchi 1926
Miramar di Erminio Metlikovitz
Domenico Fabris, Angelo Cameroni e Luigi Tommasi nel teatro L’Armonia di Trieste di Massimo De Grassi
La scultura nel Friuli-Venezia Giulia - Dal Quattrocento al Novecento di P. Goi
Stella Maris dal sito del Vaticano 
L'Osservatore Triestino del 12 aprile 1860
Le sculture dei cimiteri triestini di Luca Bellocchi