lunedì 19 settembre 2016

Le Allegorie del Palazzo Postale di Trieste


La parete di fondo del vestibolo come si presentava un tempo con le tele che rappresentano le tre allegorie, in basso al centro la targa commemorativa di P. Tommasin, in alto le bifore con simboli e fregi.

Un tempo, entrando nel vasto atrio del palazzo della Posta, si poteva trovare da un lato la grande statua di Francesco Giuseppe, mentre sulla parete che ci troviamo di fronte salendo lo scalone di marmo le tre tele ad olio, dipinte dal pittore boemo Franz Lefler (1). Queste erano illuminate dalla luce che proveniva dalla copertura a vetri, creando una atmosfera suggestiva con il variare dei colori a seconda della posizione del sole. Nella nicchia di sinistra era collocata "l'Allegoria del Telegrafo", in quella di destra "l'Allegoria della Posta" e al centro, in una nicchia delimitata da due lesene e decorata con motivi a nastri e ghirlande, "l'Allegoria dell'Austria".


La tela dell'allegoria della Posta misura cm 420 x 240. Oggi, dopo il restauro del 1994, si può osservare nella nicchia centrale della parete in fondo al vestibolo, con la figura femminile circondata da colombe e putti nell'atto di consegnare le lettere.
L'impostazione delle prime due opere doveva essere abbastanza simile: una figura femminile centrale, coperta di veli leggeri e fluttuanti, circondata da putti e con molto spazio libero ai bordi della composizione. Tutti e tre i quadri, di derivazione accademica, si distinguono per la stesura tonale del colore, le delicate sfumature che suggeriscono i volumi, l’attento studio del disegno e la cura dei particolari. Essendo l'unica opera che possiamo ammirare ancora oggi si può descrivere in modo più preciso la Posta, rappresenta da una figura femminile che regge nella mano sinistra un caduceo, simbolo di pace e prosperità, circondata da deliziosi putti che le porgono delle lettere, in alto se ne distingue uno con l'elmo alato di Mercurio, dio del commercio, nella parte bassa del dipinto due pacchi postali e un mappamondo a simboleggiare i collegamenti della città con il mondo ed un ramo d'albero a rappresentare i legami con la terra. "l'Allegoria dell'Austria", rappresentata da una figura femminile coronata, con un abbigliamento ricco, ma austero, seduta su un trono con Nettuno ai suoi piedi nell'atto di renderle omaggio e dei putti che le offrono conchiglie, una metafora abbastanza evidente, che probabilmente nel 1918, fu la causa della sparizione della tela.
Sotto la nicchia centrale c'era una lastra di marmo con un'iscrizione commemorativa in latino e l'anno di inaugurazione del palazzo, scritta dal canonico Pietro Tomasin (1894), anche questa sparita assieme alle pitture.


Mettendo a confronto i due interni si può notare il maestoso scalone in pietra l'allegoria della Posta ora nella nicchia centrale sono sparite le decorazioni nelle bifore e quelle della copertura in vetro

Il Palazzo delle Poste è stato costruito negli anni 1890-1894 su progetto dell'architetto viennese Friedrich Setz (1837-1907), è un edificio di stile eclettico con elementi provenienti dalla corrente austriaca. 
All'interno nello spazioso atrio, ancora oggi possiamo osservare l'atmosfera magica creata dalla luce che proviene dalla copertura trasparente, che un tempo era doppia: una esterna in vetro semplice e una interna in vetro decorato con emblemi postali, aquile imperiali e bordure ornamentali. Le decorazioni andarono perdute quando la copertura venne rifatta dopo il bombardamento del febbraio 1945, in quell'occasione andò distrutto anche il pavimento originale in piastre di vetro circondate da bordure verdi con fregi bianchi, costituito oggi da semplici piastrelle in vetrocemento.

La balaustra prima dell'interruzione creata per inserire il busto di Vittorio Emanuele dava una sensazione di continuità senza i pilastrini di sostegno che disturbassero la visione della tela nella nicchia centrale.

Dirigenti e postini dipendenti della posta centrale posano nell'atrio del palazzo.

Nell'immagine si nota l'assenza della tela centrale.
Foto collezione Museo Postale Telegrafico


Le altre due tele probabilmente sparirono nel 1924, in occasione della posa del busto di Vittorio Emanuele III. Per molti anni la parete rimase senza alcun dipinto, durante la ristrutturazione del palazzo realizzata in occasione del centenario, dopo una lunga e attenta ricerca, Elena Clari, allora direttrice del Museo Postale, nel 1992 individuò la tela dell'Allegoria della Posta nei deposti dei Civici Musei di Storia e Arte, nell'ex Palazzo Morpurgo in via Imbriani. La tela era in un pessimo stato di conservazione, presentava delle lacerazioni e l'ossidazione dei diversi stati di vernice aveva fatto perdere la luminosità dei colori e dopo un accurato restauro realizzato in un laboratorio specializzato di Mira Porte (Venezia), in occasione della celebrazione del centenario del Palazzo, il 28 ottobre 1994, venne posta nella nicchia centrale, dove può essere ammirata ancora oggi.
Sotto, una targa ricorda la data del restauro dell'opera, avvenuto grazie al contributo del Rotary Club.
In alto, sopra il dipinto, in mezzo a un timpano curvo spezzato, un'edicola con un orologio, che richiama quello posto sulla facciata esterna dell'edificio, ai lati due statue appoggiate alla modanatura, che tengono in mano elementi riguardanti i settori delle telecomunicazioni.


Nello stemma centrale sono spariti i simboli imperiali, nell'edicola delimitata da due erme l'orologio può venir comparato con quello posto nell'abbaino della facciata esterna dell'edificio





(1) Franz Lefler nacque nel 1831 a Langenbruck / Dlouhý Most in Boemia e morì nel 1898 a Weißenbach an der Triesting (Austria). Dopo gli studi presso le Accademie di Belle Arti di Vienna e Praga , nel 1858 si stabilì a Vienna. La sua fu una pittura di genere; i soggetti preferiti erano le allegorie i putti ed i ritratti; realizzò affreschi e decorazioni parietali in alberghi ville ed edifici pubblici.

Le foto pubblicate, sono state scattate da me o fanno parte della collezione di Antonio Paladini

Testi consultati:
"Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa" a cura di E.Clari e B.Crevato-Selvaggi
"Il Palazzo delle Poste di Trieste" di E. Clari a cura del Rotary Club Trieste
"Borgo Franceschino" Fabio Zubini

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