Piazza della Borsa con il monumento dedicato all'imperatore Leopoldo I, la Fontana del Nettuno, il palazzo della Borsa e il "Tergesteo" |
Leopoldo I il 25 settembre 1660, due anni dopo essere diventato imperatore, venne in visita a Trieste, che a quel tempo contava non più di 7000 abitanti, per conoscere il territorio e curare gli interessi politici, in una settimana densa di incontri. La visita ebbe un breve preavviso, la città fu addobbata a festa, ma mancando il tempo necessario per realizzare un monumento da dedicargli, in piazzetta Pozzo del Mare venne posta un'opera provvisoria in legno dorato, creata da Antonio Salvador, forse in collaborazione con Just De Corte, uno dei più grandi scultori del tempo.
Solo nel 1672 Carlo Trabucco, probabilmente assieme all'architetto Alessandro Tremignon, si occuparono della fusione del monumento presso l'Arsenale Veneziano e la statua, giunta a Trieste il 28 aprile 1673 fra gli spari dell'artiglieria, andò a sostituire quella provvisoria in cima ad una colonna ora in pietra bianca.
In questa stampa si vede ancora l'edificio della Dogana Vecchia (costruito dal 1750 al 1754 e demolito per la costruzione del Palazzo del Tergesteo nel 1842). |
Piazza della Borsa nel 1854 in un disegno di Marco del Moro |
Con l'intento di valorizzare una piazza da poco urbanizzata, il governatore di Trieste Sigismondo de Lovasz, il 19 agosto 1808 trasferisce il monumento in piazza della Borsa, vicino alla fontana del Nettuno e al nuovo palazzo del Mollari.
Nei giorni di festa, al tardo mattino, la piazza si animava per il classico "liston" della borghesia triestina elegantemente vestita. |
Per il monumento continua la vita difficile e vagabonda, nel 1922 l'ufficio belle arti e monumenti di Trieste, diretto da Guido Cirilli, venne incaricato di valutare la necessità di restauro o ricostruzione dei beni artistici della città dopo i danneggiamenti della prima guerra mondiale e, fra le altre cose, denunciò il precario stato conservativo del monumento di Leopoldo. Una parte politica (la Federazione Repubblicana Giuliana e Società pro cultura Mazziniana) si rivolse all'amministrazione e alla giunta per chiedere la sostituzione del monumento con un altro dedicato a Mazzini. L'attacco fu esteso a molte opere che ricordavano il dominio straniero, perché, tra le altre cose, temevano che i forestieri potessero equivocare sul sentimento politico della città. In quel contesto il Cirilli scrisse che trattandosi di un'opera del '600, andava rispettata e a difesa del monumento all'imperatore si schierò la maggior parte della popolazione. Fu interpellato anche il Circolo Artistico, la cui italianità era nota, che scrisse al comune una lunga lettera in cui manifestarono il loro biasimo per tutti coloro che volevano che i monumenti venissero scalpellati o demoliti.
Il 19 aprile del 1934, per il riordino della sede tranviaria, la colonna venne spostata quattro metri verso il centro della piazza.
Piazza della Borsa il primo luglio del 1939 venne ribattezzata "Piazza Costanzo Ciano" e tale nome rimarrà fino al 10 giugno 1944. Nel 1940 la statua venne tolta dalla colonna e il governo ne propose addirittura la distruzione. Motivo scatenante una dichiarazione poco gradita che i membri dell'ex famiglia imperiale austriaca avevano rilasciato, in una visita negli Stati Uniti, riguardo al futuro della città di Trieste. L'insorgere dell'opinione pubblica e l'intervento della Soprintendenza delle Belle Arti scongiurarono la fusione della scultura, che venne depositata in un magazzino del comune e successivamente posta nel Civico Museo di Storia e Arte in via della Cattedrale.
Per anni la colonna rimase orfana del suo imperatore e, dal momento che i triestini volevano aver notizie del monumento, nel febbraio del 1946 la rivista "Trieste Trasmette", con un articolo ironico, apre un concorso a premi per chi avesse dato notizie della statua di Leopoldo.
Solo nell'ottobre del 1950 il monumento finalmente ritorna alla sua completezza.
La colonna senza la statua di Leopoldo I, che venne tolta nel 1940 e ritornerà alla sommità della stessa nel 1950. |
Il numero di febbraio 1946 della rivista "Trieste trasmette", uscito con un articolo ironico nel quale si chiedeva notizie della statua ancora assente dalla piazza |
13 ottobre 1950 dopo aver ricollocato il monumento sulla colonna gli operai si apprestano a smontare l'armatura foto collezione Iure Barac |
Nel 1991 venne deciso il restauro del monumento, per troppi anni esposto alle aggressioni degli agenti esterni, dello smog e del deposito di materie organiche. Nel giugno dello stesso anno la statua sarà smontata. Già ad un primo controllo si presume che sia stata realizzata con la tecnica della "cera persa" e si osservano diversi difetti di fusione, che verranno meglio definiti dopo un'analisi tecnico-scientifica eseguita in un laboratorio specializzato a Pordenone. Il bronzo è una lega e le percentuali dei componenti sono estremamente delicate in quanto influenzano le modalità esecutive e la resa e possono creare degli inconvenienti al momento della fusione, come dimostrano le diverse lacune sul mantello, alcune integrate già in fase di rifinitura.
Il lavoro sarà lungo e impegnativo, prima del restauro ci sarà la necessità di rafforzare la struttura di sostegno ed eliminare i chiodi in ferro, dimenticati nella vecchia armatura interna.
Nel 1993-94 è la volta della colonna, che viene smontata, ripulita e, dopo un riconsolidamento delle fondamenta, riposizionata ad opera dell'ufficio tecnico dell'Amministrazione Comunale.
Nel febbraio del 1994 la statua sarà trasportata nei locali del comune in via Madonna del Mare 13, dove il 12 settembre inizieranno i lavori di restauro, ultimati nei primi di dicembre. Per San Nicolò infatti sarà collocata in Piazza della Borsa, su una bassa base di legno che per un giorno permetterà ai passanti di avere un'inusuale visione ravvicinata dell'imperatore. Nonostante la pioggia la giornata diventerà una festa popolare: donne in costume, la Banda Refolo con la presenza delle autorità e del sindaco Illy. Dal giorno seguente il monumento sarà riportato alla sua composizione originaria, sulla cima della colonna Leopoldo, con lo sguardo rivolto al corso continuerà ad osservare parte del borgo Teresiano.
6 dicembre 1994 il monumento di Leopoldo ritorna in piazza (foto Sillani) |
Descrizione dell'opera
La statua bronzea raffigura l'imperatore armato, coronato e avvolto in un ampio mantello la cui ricchezza denota il gusto barocco del periodo. Il volto è reso in modo molto realistico e si nota persino il "prognatismo", difetto genetico degli Asburgo. La mano destra impugna lo scettro, mentre l'altra sostiene il globo terrestre sormontato da una croce, simboli del potere imperiale e militare degli Asburgo. Alcuni testi riportano che l'altezza della colonna corrisponde a 7 metri e 90 centimetri, il Tribel e il Generini scrivono che l'altezza è pari a 24 piedi, per cui circa 7 metri e 60. Realizzata in pietra bianca d'Aurisina, alla base troviamo tre ordini di gradini, sopra i quali posa il basamento ottagonale decorato da riquadri rappresentanti trofei d'arme e da uno scudo incorniciato da un cartiglio con un cronogramma, oggi appena visibile. Il capitello è caratterizzato da quattro mensole che dividono altrettanti stemmi, i due laterali rappresentano l'emblema storico di Trieste con l'alabarda, gli altri due sono legati alla Casa d'Austria. Di questi ultimi oggi sono rimaste solo le corone, il resto è reso irriconoscibile dalle avversità politiche e atmosferiche.
LEOPOLDO. I. AVGVSTO
TERGESTINOS. INVISENTI
STATVTAQVE. PATRIA
APPROBANTI. DEVOTA
VRBIS. GRATITVDO
EREXIT
"A Leopoldo I Augusto, in occasione della sua visita a Trieste e dell'approvazione dei patri statuti, la devota gratitudine della città eresse".Le lettere che nello scritto originale erano più grandi delle altre corrispondono a dei numeri romani (qui evidenziate in grassetto), sommando tali cifre si ottiene la data 1660.
Tale dedica per ringraziare l'imperatore della riconferma degli statuti dei diritti e dei costumi della città.
Il Tribel nella "Passeggiata storica per Trieste" scrive che viene conservata nel Museo Lapidario una lastra commemorativa, realizzata al tempo della visita dell'imperatore, che verosimilmente era collocata nell'antico palazzo civico.
HANC.VENIT.CAESAR
LEOPOLDVUS.PRIMVS.IN.VRBEM.
IVRAQVE.FIRMAVIT.IVRE.VETUSTA.NOVO.
ANNO.MDCLX.DIE.V.SEPTEMBRIS
La statua dell'imperatore Leopoldo I si staglia contro il cielo, alle spalle il Palazzo del Tergesteo |
L'imperatore in armatura chiodata impugna lo scettro e con la mano sinistra regge il globo terrestre sormontato da una croce, sul capo porta la corona gemmata del Sacro Romano Impero |
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Particolare del capitello con le mensole che dividono gli stemmi di Trieste e la corona dello stemma asburgico |
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Il basamento della colonna, nei riquadri i trofei d'arme |
Nel riquadro centrale lo scudo con il cartiglio sul quale è stato inciso lo scritto reso quasi invisibile dal tempo |
Testi consultati:
"Cittavecchia" di Fabio Zubini
"Borgo Teresiano" di Fabio Zubini
"Trieste Antica e Moderna" di Ettore Generini
"Passeggiata Storica Per Trieste" di Antonio TribelArcheografo Triestino serie IV vol.LXXII
Archeografo Triestino anno 8 n°157
"Il deposito della Pietra: la guerra dei monumenti Trieste 1915-2008" di Diana De Rosa
"Memorie Storiche Sacre e Profane" Mannati
Guido Cirilli Architetto dell'Accademia a cura di Alberto Giorgio Cassani e Guido Zucconi
Le foto pubblicate, dove non è diversamente specificato, sono state realizzate o fanno parte della collezione di Sergio Sergas e Margherita Tauceri
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