lunedì 10 agosto 2015

"Cucer"

Dall'ungherese Kocsi, città in cui vennero costruiti i primi esemplari di cocchio, da questo deriva il nome tedesco der kutscher (cocchiere) e kutsche (cocchio).
"El cucer" vestiva con eleganza: stivaloni in pelle verniciata, panciotto, berretto e frustino d'avorio. Viveva in simbiosi con il cavallo, che considerava un compagno. Nell'Ottocento aveva una posizione di privilegio, la tariffa per la corsa era libera ed abbastanza elevata.


In Piazza Giuseppina un gran movimento di mezzi fra cui il tram a cavalli con le tende in versione estiva.
Foto coll. Giorgio Arcion

Nei luoghi di raduno si vedevano le carrozze allineate in attesa dei clienti, solitamente erano trainate da un cavallo, meno diffusi i mezzi a "tiro a due" che uscivano per le grandi occasioni: nozze, cerimonie, funerali, corsi carnevaleschi.


Un elegante "tiro a due".                        Foto coll. Giorgio Arcion

Molto usato era il calesse, aveva uno sportello da ciascun lato, era posto su quattro robuste cinghie di cuoio sostenute da molle ad arco e come copertura aveva un mantice in pelle.

Con il crescere della popolazione aumentarono le esigenze ed il calesse pubblico si ampliò diventando "el brum de piazza". Il termine deriva da "brougham", chiamata così da Lord Brougham, che progettò, nel 1838, una carrozza chiusa trainata da un cavallo, con balestre e ruote ricoperte di gomma che la rendevano comoda e confortevole. gli allestimenti interni erano molto curati, le tappezzerie erano diverse per ogni vettura, ma tutte di ottimo gusto e non mancavano le tende. Questo mezzo si diffuse presto in tutta Europa.
A Trieste le vetture non erano numerate, ma sul retro portavano dei nomi femminili.
Un "brum" era anche quello usato per il sevizio di "Guardia Medica".

Durante la stagione estiva venivano introdotte delle vetture aperte o con il mantice, destinate a brevi spostamenti nel centro, che portavano il nome di "cittadine".


"Brum" in piazza della Borsa in attesa di clienti.
Foto coll. Antonio Paladini

Nel 1860 a Trieste, per agevolare il trasporto di più persone, arrivò una carrozza più grande detta "omnibus", a indicare la vettura chiusa invernale o "giardiniera", quella aperta estiva.

Il tram trainato da un cavallo

Verso il 1870 entrò in uso "el tram a cavai", chi lo conduceva fu chiamato "el cucer del tram". La guida del mezzo era molto impegnativa, si doveva condurre il cavallo con cautela per non far uscire il tram dalle "sine" (dal tedesco schiene - rotaia) ed alla più piccola pendenza doveva essere tirato il freno a mano "el slaif" (dal tedesco schleifen - frenare, termine usato solo nelle ferrovie). Questo nuovo mezzo di trasporto pubblico, abbastanza economico, si diffuse velocemente e nel 1875 diverse strade della città erano solcate dalle rotaie.

Da ricordare inoltre che in periferia si potevano noleggiare, per pochi soldi, le carrette, a due o quattro posti, trainate da un solo cavallo, dette anche "gripizze". Prive di molle o balestre, cosa che le rendeva un mezzo alquanto scomodo, si potevano comunque usare per fare lunghi giri con sosta nelle osterie.

Fonti : Teatro dei Mestieri della Trieste "de una volta" di Elisabetta Rigotti
Trieste Romantica ed. Italo svevo

Collegamenti esterni:  Carrozze e tram (quitrieste)

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