In tempi più recenti per molte famiglie era una visita abituale. Io lo ricordo con la divisa nera, un gran cinturone e un berretto. Prima del sua arrivo la nonna copriva con dei teli tutti i mobili della cucina, anche se ogni spazzacamino vantava che la sua abilità lo portava a non sporcare. In realtà era impossibile non far volare la fuliggine.
I suoi attrezzi da lavoro erano scopette, raschietto, riccio, peso, un sacchetto da mettere in testa se doveva entrare nel camino, un sacco per riporre la fuliggine e la scala.
Il riccio è formato da più strati di lamine disposte a raggiera, solitamente era formato con materiali di recupero, tipo molle di grandi orologi. Un altro metodo, che però io non ho mai visto, prevedeva l'uso di una massa di rovi o del pungitopo.
"Riccio" foto tratta dal Museo dello Spazzacamino |
Cartolina benaugurale spedita dall'Austria a Barcola. Foto coll. G. Arcion |
A Natale gli spazzacamini andavano nelle case a lasciare un simpatico calendarietto augurale in cambio di una piccola offerta |
Trieste 1928 foto da "Friuli Occidentale" La Storia |
Il loro patrono è San Floriano, lo stesso dei "pompieri", che viene festeggiato il 4 maggio (mentre il patrono dei Vigili del Fuoco è Santa Barbara).
L'unico "Museo dello Spazzacamino" in Italia si trova a Santa Maria Maggiore in Valle Vigezzo.
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